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Saverio Chiti

Saverio Chiti

“ Gli uomini stolti si perdono ai confini della ragione,
e spesso è nella follia, che trovano rifugio “

non so se faccio parte dei primi, e quindi ancor oggi vivo la mia ragione d'essere, oppure il mio Essere trova rifugio nella pacata follia del domani...
nel dubbio, mi cibo d'ogni ... (continua)


La sua poesia preferita:
Sorelle
Simili
ma non uguali,
se non nei propositi
e negli ideali

Simili
come due gocce d’acqua nel mare,
come due granelli di sabbia
stesi sulla spiaggia ad asciugare

Simili
come due raggi di sole,
che all’alba
scaldano i fiori nelle...  leggi...

Nell'albo d'oro:
Il sipario strappato
Si chiude il sipario e le luci riprendono vita
lo spettacolo anche quest’anno è finito
chissà poi a cosa sarà servito...
il pubblico abbandona il teatro
mentre gli attori in silenzio
e a capo chino, lasciano la scena
senza aver fatto...  leggi...

Il calabrone
Svolazzo intorno a te
ma di posarmi non riesco, proprio no.
Mi sento goffo e della mia mole mi vergogno,
non sono un ape...  leggi...

Quel poeta del nulla
Un tempo conobbi chi scriveva
senza leggere di sé.
Non sembrava farci caso al lento scorrere
delle pagine riempite di...  leggi...

Mio fratello
Mio fratello, ha un cuore proprio dov’è il mio...
Mio fratello, è mio fratello
così come per lui, lo sono anch’io...
Mio fratello ha sentimenti talmente grandi
da viverli con me...
Mio fratello ha il suo perché
in tutti quei momenti che...  leggi...

Primo giorno di scuola a Beslan
Oggi non sarà solo un giorno di scuola
almeno, non per noi...
per noi da tempo è -il ricordo-
il ricordo di angeli strappati alla vita
da scoppi di bombe e raffiche di mitra
quando terroristi o non so cosa
sono entrati sparando fra le cattedre e i...  leggi...

Non solo rondini
Non solo le rondini emigrano per la vita
sempre pronte a inverdire i nidi lasciati
prima di fare ritorno a casa, in continua spola.
Ma non sono rondini costoro che invece fuggono
da una -non esistenza-
a cui si augurano di non fare ritorno
anzi,...  leggi...

Piccolo grande uomo
Fa tenerezza questo tuo volto
scavato dal tempo, nell’odierno dolore
non proprio necessario, non certo voluto...
Bianco volto, su bianchi capelli in altrettante bianche lenzuola,
sonnecchiando parole spezzate e dolci rimproveri a chi
accanto te, ti...  leggi...

Mi assale
Mi assale
dentro
cerca di fuggire
manca la meta
controlla
pensa in fretta
decide per me...
Mente, fertile mente
senza pudore
senza timore
distrugge
nasconde ogni cosa
pianifica la fuga.
Distratto, confuso
io
con la mente altrove
cuore...  leggi...

La stanza in cui vivo
La stanza che si riempie del vociare
di bambini, di baci e di abbracci
come se il tempo fosse passato in...  leggi...

La sedia
In questi giorni di festa, c’è vita che va
con vetrine illuminate e gente allegra a riempire negozi
e chiese addobbate all’occasione,
tutto ci appare gioia, e anche l’anima
è propensa all’amore...
In questi giorni di festa, da passare in...  leggi...

Ho scritto un libro
Ho scritto un libro, ma l’ho nascosto
poiché qui è proibito scrivere.
Parla di me, di tutti noi
parla di quel che succede...  leggi...

Tanto è
Tante sono le parole
manchevoli al poeta
e che nella penna più non ha.
Tanto è l’amore di chi è solo
concentrato nell’anima
ma che nel cuore più non ha.
Tanta è la follia dispersa attorno
di chi mai si ferma a guardare il cielo
che stelle più non...  leggi...

Ciao nonno
Ciao nonno, ovunque tu sia
ciao nonno...
È grande ancora il ricordo di te
e di quando nel canto della stufa accesa
seduti...  leggi...

Più bella di così
A che serve vestirti di stelle
o specchiarti nella limpida fonte
per ostentare ciò che è assai evidente...
A che serve il nutrir della bruma
se in questa mattina, ti bagna
con ogni goccia di sé.

A che serve nasconderti al mio amore,
tu sei bella...  leggi...

I tormenti dell’acqua
Discende ora il tempo
scende sino al pelo dell’acqua di questo lago
dove dalla superficie il passato affiora
con tutto se...  leggi...

Il coraggio di un bambino
Il tempo sfugge dalle dita di piccoli bimbi
costretti ad annodare il domani al quotidiano
per pochi soldi e tanto...  leggi...

Piccole spose
Come può un’immacolata veste bianca
rendere sposa una bambina,
e un bianco Giglio ancora in boccio
essere calpestato da chi si crede uomo
solo perché ha strumenti del piacere
mentre non conosce nessun senso dell’onore.
E come può quest’assurda...  leggi...

E poi, morire
Navigai per mari a me sconosciuti
e prosciugai gli oceani attraversati
come fossero lacrime sul viso della mia donna
che d’amore pianse per il mio ritorno.
Volteggiai su nuvole così spesse da oscurare il cielo
e attraversai in volo, la luna e il...  leggi...

Ricordi di te e di me
Ricordi che mai sbiadiranno nel tempo
che sbiancano la notte
e danno nuova luce al giorno
echi che navigano sulle onde col vento
come fossero fragili barchette rotte
perse in quel che mai è ritorno.

Ricordi di te e di me
che ancora vivono in...  leggi...

Innocenti giochi di fiori recisi
Si spengono i giochi di bimbi nel prato davanti casa
e nei campi più non s’ode il rumore di zolle rubate ai sassi,
neppure le massaie chine sui fornelli si sentono più.
Solo grida e secchi ordini nella rude lingua dell’oppressore.

C’è chi chiama il...  leggi...

Saverio Chiti

Saverio Chiti
 Le sue poesie

La sua poesia preferita:
 
Sorelle (18/10/2008)

La prima poesia pubblicata:
 
Nel buio (20/07/2008)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Ultimo (17/03/2024)

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La poesia più letta:
 
Sorelle (18/10/2008, 65535 letture)

Saverio Chiti ha 21 poesie nell'Albo d'oro.

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Catene di luce

Spiritualità

Un bimbo giocava con un raggio di sole, lo accarezzava con tatto gentile. Sentiva sulle sue minute mani quel calore che s’irradiava su per le sue paffute dita creando formicolii ai palmi per poi arrivare ai piccoli polsi feriti. Il bimbo non sentiva dolore, per lui era importante quel raggio di sole, come fosse uno spiraglio alla vita, un simbolo di speranza che mai muore.

Intanto nell'ombra, la madre assisteva alla scena con sguardo triste, non capiva, non comprendeva ciò che vedeva. Per lei era evidente solo l'offesa fatta a quel figlio, messo in catene da uomini duri di cuore. Povero piccolo, pensava fra se, chissà cosa la vita avrà in serbo per lui, visto che niente e nessuno verrà in aiuto, e nulla potrà mai mutare la loro condizione di schiavi. Noi, figli di una casta minore, tanto da essere disprezzati di chi si eleva a rango di Uomo.

Il piccolo bimbo continuava a giocare con il raggio di sole. Era come se lo modellasse a suo piacere, con le mani richiamava a sé la luce e ne faceva una massa, che stendeva come un foglio, e poi con fare esperto tracciava segni su quell’improbabile pergamena.

La mamma distolta dai suoi bui pensieri, assisteva alla scena con stupore. Da prima sembrava non avere compreso quel che davanti a lei accadeva, anche se in cuor suo, già sapeva. Era da tempo che aspettava un segno. Da quando il bimbo venuto alla luce in una notte scura e tenebrosa, nell'atto della nascita, aveva illuminato la stanza. Era stato senz'altro un prodigio divino. Per lei che non ne conosceva il padre, era come se quel figlio fosse sinonimo di autorità. Non s’imprigiona la luce, pensava, essa vaga nell'ombra portando calore e gioia, e libertà nei cuori.

Il bimbo intanto aveva terminato il finto scritto sulle tavole di luce. Le rivolse a sé, e come d'incanto le catene che con tanto dolore avevano lacerato i suoi polsi, si sciolsero in un lampo. Come per meraviglia, nello stesso istante ogni oppressione si dissolse in sfavillii di vita. Adesso ogni schiavo, era libero.

I persecutòri da prima non compresero quel che era successo, e rimasero intontiti da quell’immensa luce che appariva su di loro. In molti ebbero paura, terrore di una punizione divina che a quanto pareva, si abbatteva su di loro.

Il bimbo finalmente libero dai legacci, si voltò verso la madre che se ne stava rannicchiata in un angolo della stanza, come se avesse timore del suo stesso figlio. Madre mia, disse… non avere paura di me, io non sono che il tuo piccolo figlio da te tanto amato. E seppure è tanto il potere a me concesso, tu non mi dovrai mai temere, poiché tu stessa mi hai generato, così come questo dono che vive in me, ma che anche tu possiedi. No, non fartene una colpa se nel buio della tua vita non l’hai saputo riconoscere, non eri in realtà la prescelta. Mio padre, solo a me ha concesso di capirlo.

Figlio mio adorato, io non conosco tuo padre, troppe volte su di me hanno abusato, e non saprei davvero chi sia il tuo genitore. È dura la vita di una schiava, vale meno della terra su cui poggia i piedi e ancora meno della pioggia che instancabilmente la bagna. In vita mia non conobbi riparo, né gioia alcuna. Solo la tua nascita ha distolto lo sguardo del mio attuale padrone, e come avrai imparato, per lui e quelli come lui, un bimbo ha immenso valore.

Mio padre, disse il figlio… è l’immensità che ci circonda. È tutto ciò che riesci a vedere e tutto quello che puoi toccare con mano. Mio padre, è luce nel buio, è dolcezza nel duro cammino, è gioia laddove un v’è che tristezza. Soprattutto, cara madre, mio padre è libertà per ogni oppresso e indipendenza da ogni sopruso. Vieni a me cara madre, poiché è anche in te che vive, così come in ogni essere vivente di questa terra.

Che dici figlio mio, ma se è tuo padre, come può essere anche il mio? Come può vivere in me e come essere presente in tutto quello che ci circonda? Non capisco, non ne comprendo la ragione…

Non temere madre, verrà il momento di conoscere ogni risposta a ogni tua domanda. Dimmi, cosa provi in te, adesso? Dimmi, cosa ti spinge ora a chiederti di ciò che accade, non è forse questa già una risposta?

La madre rimase confusa da queste parole. Allora disse, è in me la risposta, è dentro di me che devo cercare?

Il piccolo bimbo sorrise, sì madre è così! Ognuno porta dentro di sé ogni risposta a ogni sua domanda, poiché in verità, mio padre non è che la nostra coscienza. Egli vive nell’anima di ognuno di noi, e fa sì che generando il dubbio, nascono poi esempi di vita. Perciò cara madre, se sino adesso hai vissuto con la penosa ombra su di te, se la tua vita è stata tortura o stortura di verità, accogli in te quella luce che sapientemente saprai indirizzare verso il futuro cammino.

Figlio mio, eppure io ti ho generato, ma mai avevo compreso cosa significasse amore sino adesso, ora m’inchino a te che figlio sei della vita.

Saverio Chiti 06/01/2015 14:51 1172

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

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